L'età dei nuraghi
L'età dei nuraghi - Daniela Spoto 2023, © CCIAA NU

L'età dei Nuraghi

Descrizione

Per quanto l’origine della cultura nuragica sia ancora oggetto di dibattito, il quadro politico e sociale della Sardegna nel XVIII e XVII secolo a.C. non è quello tipico di altre comunità preistoriche a lei coeve; lo sviluppo di grandi architetture, il progresso tecnologico con conseguente elaborazione sociale sono tutti fattori che, aggiunti alla straordinaria ricchezza mineraria dell’isola e alla sua posizione fortunata nel Mar Mediterraneo, danno avvio, inevitabilmente, al fiorire di una cultura articolata e longeva.

Nuoro, Tanca Manna. Nuraghe
Nuoro, Tanca Manna. Nuraghe - CC BY-SA 4.0 Aggrucar, Commons Wikimedia - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tanca_Manna_3.jpg

Stiamo parlando, infatti, di una cultura - per alcuni studiosi definita civiltà - che per circa un millennio diede avvio a tutta una serie di costruzioni, i cosiddetti Nuraghi, tutt’oggi fulcro di animati dibattiti riguardo la loro funzione e destinazione d’uso.

Di una cosa però si è certi: fin dalle sue origini, la cultura nuragica, ben introdotta in un tessuto di relazioni, di contatti ramificati di confronto con gli altri popoli esploratori e commercianti, prospera evolvendosi in una società con gerarchia interna, con divisione del lavoro e articolazione sociale e matura - aspetto non di poco conto per l’epoca - la propria esperienza metallurgica inserendosi nel contesto internazionale della lavorazione, trasmissione e scambio dei metalli.

Orgosolo, santuario di Orulù. Navicella con ampio scafo e protome bovina, XI-X sec. a.C.
Orgosolo, santuario di Orulù. Navicella con ampio scafo e protome bovina, XI-X sec. a.C. - © Archivio Ilisso
Orgosolo, nuraghe Mereu
Orgosolo, nuraghe Mereu - © Alien - stock.adobe.com

Ma veniamo all’elemento monumentale che dà il nome a questa antica cultura: il nuraghe.
In Sardegna ne esistono oltre 7000 e si tratta, in estrema sintesi, di edifici a torre costruiti con grandi pietre (talvolta finemente lavorate).
Al loro interno ci sono camere, spesso sovrapposte, con una copertura a "falsa cupola" o, come la chiamano gli archeologi, a "tholos".

Sovente i nuraghi possono essere sia a torre singola che complessi, con una torre centrale e altre torri intorno.
Non mancano i casi dove, intorno al nuraghe, vengono costruiti dei villaggi di capanne.
Raro ma documentato, il caso in cui il villaggio viene costruito senza il nuraghe, come nell’area archeologica di Serra Orrios a Oliena.

Dorgali, Serra Orrios. Tempio a megaron con ingresso architravato
Dorgali, Serra Orrios. Tempio a megaron con ingresso architravato - © fabiano goremecaddeo - stock.adobe.com
Meana Sardo, nuraghe Nolza
Meana Sardo, nuraghe Nolza - CC BY-SA 4.0 Carmen Delogu, Commons Wikimedia - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Vista_di_nuraghe_Nolza_al_tramonto.jpg

Nel territorio del nuorese esistono, per tecnica costruttiva, stato di conservazione, collocazione e restituzione di materiali, dei nuraghi iconici quali il Nuraghe Nolza, l’area archeologica di Tiscali, l’area archeologica di Noddule, di Romanzesu, Tanca Manna.

Ma il nuraghe non è l’unico monumento che contraddistingue l’età nuragica.
La Tomba di Giganti, nome attribuito dalla tradizione popolare per via delle sue dimensioni monumentali, è infatti la più nota dei tipi di sepoltura dell’età nuragica.
Si tratta di una tomba collettiva che nella sua forma canonica è composta da un lungo corridoio con funzioni di camera funeraria e dall’esedra, ovvero da due muri posti a semicerchio nella facciata, al centro della quale spicca una stele di grandi dimensioni provvista di una piccola apertura.

Lanusei, parco archeologico Bosco Seleni. Tomba di giganti
Lanusei, parco archeologico Bosco Seleni. Tomba di giganti - CC BY-SA 4.0 Francesco1108, Commons Wikimedia - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Seleni_1.jpg
Dorgali,  tomba di giganti S´Ena ´e Thomes
Dorgali, tomba di giganti S´Ena ´e Thomes - © maurro73 - stock.adobe.com

L’apertura realizzata alla base della stele, considerate le sue dimensioni, aveva un valore simbolico per collegare il mondo dei vivi con quello dei morti.
Lo spazio riservato ai vivi e ai riti funebri, in cui si riuniva la comunità per commemorare il culto degli antenati e per depositare le offerte, era protetto dal profilo curvo dell’esedra.

Tra le più note nel territorio in esame vi è la Tomba di Giganti di Madau e quella di S’Ena e Thomes.

Orune, Su Tempiesu. Particolare del pozzo
Orune, Su Tempiesu. Particolare del pozzo - © Ivo Piras

Inoltre, non si possono non citare i luoghi di culto quali i pozzi, le fonti sacre e i tempietti cosiddetti “a megaron” che, per raffinatezza e perfezione tecnica e strutturale, possono considerarsi gli edifici più rappresentativi dell’architettura sacra della protostoria sarda.
Emblematiche nel territorio sono la fonte sacra di Su Tempiesu, Noddule e Su Notante.

Il modello sociale dei Nuragici, infine, cambia notevolmente nelle sue varie fasi cronologiche che vanno dal Bronzo fino all’età del Ferro.
Nel progresso temporale emergono, infatti, le agglomerazioni abitative con fisionomia di villaggio e gli edifici di culto comunitari acquisiscono particolare importanza nell'ambito dell’architettura nuragica. 

Teti, insediamento di S’Urbale. Ricostruzione dell’edificio circolare F
Teti, insediamento di S’Urbale. Ricostruzione dell’edificio circolare F - © Archivio Ilisso
Dorgali, Serra Orrios. Veduta aerea del villaggio
Dorgali, Serra Orrios. Veduta aerea del villaggio - © Claudio Quacquarelli - stock.adobe.com

I villaggi di questo periodo sono costituiti da edifici circolari e da vani di varia forma, gravitanti attorno ad un cortile centrale, che danno corpo a strutture ad isolati e che talvolta si sovrappongono alle fabbriche in disuso delle precedenti torri nuragiche, ne occupano il cortile o creano nuovi spazi di vita sopra i livelli di crollo del periodo precedente.

Orani, nuraghe Nurdole. Concio decorato, XIII-X sec. a.C., Museo Archeologico Nazionale G. Asproni
Orani, nuraghe Nurdole. Concio decorato, XIII-X sec. a.C., Museo Archeologico Nazionale G. Asproni - © Archivio Ilisso

Nonostante il fatto che non abbiamo, perlomeno allo stato attuale, testi scritti dei nuragici, i monumenti descritti in precedenza (uniti ai reperti archeologici come ceramiche, armi, gioielli e statue) ci danno un'idea della loro cultura complessa e articolata.

Non è del tutto arduo affermare, per concludere, che i Nuragici hanno lasciato un'eredità duratura sulla Sardegna, influenzando la cultura dell'isola fino ai giorni nostri.