L'Atene sarda
L'Atene sarda - Daniela Spoto 2023, © CCIAA NU

L'Atene Sarda

Descrizione

“È il cuore della Sardegna, è la Sardegna stessa con tutte le sue manifestazioni. È il campo aperto dove la civiltà incipiente combatte una lotta silenziosa con la strana barbarie sarda, così esagerata oltre mare.
Nuoro è chiamata scherzosamente, dai giovani artisti sardi, l’Atene della Sardegna. Infatti, relativamente, è il paese più colto e battagliero dell’isola.
Abbiamo artisti e poeti, scrittori ed eruditi, giovani forti e gentili, taluni dei quali fanno onore alla Sardegna e sono avviati anche verso una relativa celebrità.
Ma nel popolo, in fondo alla gran massa che è la pietra e il fondamento dell’edifizio, la civiltà soccombe, o, se ha qualche vittoria, è pur troppo nella parte a cui è preferibile la barbarie primitiva: nella corruzione dei costumi.”

Con queste parole Grazia Deledda - in Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna, pubblicato sulla Rivista delle tradizioni popolari italiane nel 1983 - descriveva il suo paese natale. Era un ritratto in chiaroscuro, in cui un’avanguardia di intellettuali si innalzava su un popolo ancora per tanti versi arcaico ed arretrato.

Grazia Deledda
Grazia Deledda - © Archivio Ilisso

La scherzosa definizione ebbe fortuna, ripresa molti anni dopo da Leopoldo Carta nell’incipit di un articolo per il Secolo XX, in cui si registra una vittoria netta delle forze progressiste, e una scomparsa - almeno a parole - dei corrotti popolani nuoresi.

“Quale trasformazione... a vista! - afferma Carta - Nuoro, la città della Sardegna che per molto tempo era ritenuta il centro del brigantaggio, è ora considerata come una terra privilegiata di fervidi ingegni. Essa è infatti la patria di Grazia Deledda, i cui romanzi, i cui racconti si sono conquistati una fama mondiale, dell'originale poeta Sebastiano Satta e di due forti artisti quali Francesco Ciusa e Antonio Ballero.”

Una Nuoro, quindi, di intellettuali e artisti che si incontrano per chiacchierare di arte e letteratura al Caffè Tettamanzi, sulla Via Majore. Questa caffetteria raffinata, un unicum nel panorama cittadino, era stata fondata nel 1875 da un falegname piemontese, Antonio Tettamanzi, arrivato a Nuoro per lavorare nella fabbrica della Chiesa di Santa Maria della Neve.

Le salette del Tettamanzi e i suoi clienti abituali sono stati, più tardi, magistralmente descritti da Salvatore Satta ne Il giorno del giudizio (1977, postumo), che racconta con sguardo lucido e disincantato la Nuoro della Belle Epoque, definita, con espressione meno lusinghiera, un “nido di corvi”.

Nuoro, Caffè Tettamanzi. Interno
Nuoro, Caffè Tettamanzi. Interno - © Beni Culturali Standard (BCS) - https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/2000246844#lg=1&slide=0

Che si sia idealisti come Leopoldo Carta o pessimisti come Salvatore Satta, non c’è dubbio che Nuoro abbia mantenuto, sino ai nostri giorni, l’orgoglio derivante dai suoi tanti personaggi illustri, e la volontà di vivere la cultura a 360 gradi.

Nuoro, Museo del Costume. Sala dei costumi tradizionali
Nuoro, Museo del Costume. Sala dei costumi tradizionali - CC BY 3.0 Sailko, Commons Wikimedia - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nuoro,_museo_etnografico_sardo,_interno,_sala_dei_costumi_tradizionali_04.jpg

Con poco meno di 37.000 abitanti, Nuoro vanta cinque musei di eccellenza, il Museo Archeologico Nazionale, il Museo del Costume, il Museo Man, Spazio Ilisso e il nuovissimo Museo della ceramica, oltre alla Casa Museo Grazia Deledda, un teatro di Rilevante Interesse Culturale, Il Teatro di Sardegna - TEN e decine tra associazioni culturali artistiche, teatrali e musicali.

Gavoi, Isola delle Storie
Gavoi, Isola delle Storie - - https://www.isoladellestorie.it

A pochi chilometri dal capoluogo si trovano alcuni dei più importanti spazi culturali dell’isola, come il Museo Nivola di Orani e il Museo delle Maschere di Mamoiada, e si svolgono rassegne di importanza nazionale come L’Isola delle Storie a Gavoi.

È questo fermento, e la volontà di creare sviluppo attraverso la cultura, che ha portato, nel 2012, alla nascita del Distretto Culturale del Nuorese.