Mancaspazio | Ingranaggio continuo
Mancaspazio | Ingranaggio continuo -

Mancaspazio | Ingranaggio continuo

Descrizione

Gianni Atzeni, Dionigi Losengo, Beppe Vargiu

A cura di Chiara Manca

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MANCASPAZIO, Via della Pietà n. 11, Nuoro

Dal 12 settembre al 10 ottobre 2025

Vernissage 12 settembre ore 18:30

Orari di apertura dal giovedì al sabato, dalle 16:00 alle 18:00

La mostra Ingranaggio continuo è un dialogo aperto tra le opere e la poetica di tre artisti sardi: Gianni Atzeni, Dionigi Losengo e Beppe Vargiu

Mettere i loro lavori in comunicazione non è un gesto forzato, al contrario, dopo decenni di conoscenza reciproca, scambio costante sui temi dell’arte e sui materiali, Atzeni, Losengo e Vargiu, hanno espresso la necessità di raccontare il loro rapporto e le rispettive ricerche in maniera corale.

Se si considera la mostra un macrocosmo e l’opera un microcosmo, è ancora più naturale e intuitivo comprendere l’origine di questa scelta e il suo sviluppo. Esposizione e opere raccontano la ricerca di un equilibrio spaziale, formale e concettuale. Lo spazio di mostra è diviso equamente fra i tre artisti: ad ognuno è stata dedicata una parete, il numero di opere è apparentemente esiguo ma attentamente bilanciato e l’esposizione è strutturata con un percorso non definito: tutto può essere l’inizio della visione, tutto può portare ad una conclusione. Lo spazio all’interno delle opere è lo spazio nel quale l’osservatore può muoversi meno liberamente e dove percepisce la poetica di ognuno dei tre artisti e il significato del lavoro che ha davanti.

Il filo conduttore fra i tre artisti e fra le opere è evidente, ciò che forse è meno intuitivo è che questa mostra è essa stessa opera corale, seppure non finita. Chi la visiterà vedrà l’inizio di un lavoro in evoluzione e cambiamento anche in questo senso. Nelle successive tappe espositive, infatti, crescerà il numero di opere e si modificheranno le scelte iniziali se dovesse ritenersi necessario. La mostra in un ingranaggio continuo, cambierà, come sono cambiate e cambiano le lastre e le stampe di Atzeni, le geometrie e le cromie di Losengo e i materiali recuperati e assemblati da Vargiu, fino ad oggi. 

La mostra è accompagnata da catalogo con il testo della curatrice, illustrato dalle fotografie di Daniele Brotzu. 

 

Gianni Atzeni, avvia il suo percorso artistico nella metà degli anni Settanta. Negli anni ‘80, partecipa ai concorsi di Grafica Internazionale U.T.P. della capitale, ed espone alle rassegne di grafica internazionale a Istambul, Budapest, Roma, Bruxelles, Leeds, Vienna e Gent. Dopo essersi impadronito della materia incisoria, attraverso numerosi corsi e stages, adotta un torchio calcografico e apre nel 1986 sotto la Torre dell’Elefante nello storico quartiere di Castello, a Cagliari, un suo atelier il “PoliArtStudio”, laboratorio artistico e, dal 1999, anche “Centro di Sperimentazione Grafica” con annessa stamperia e spazio espositivo nel quale organizza corsi di incisione di tecniche calcografiche tradizionali (xilografia, linoleografia, acquaforte, acquatinta, bulino, puntasecca, maniera nera) e sperimentali. Negli stessi anni, si lega a una delle esperienze artistiche più significative che la Sardegna abbia conosciuto: la rivista “Thélema”, ideata da Luigi Mazzarelli. La sua attività incessante artistica, gli ha permesso di esporre in numerose personali e collettive, in Italia e all’estero, e di avviare un suo programma di attività didattiche attraverso seminari teorico-tecnici sia nel suo studio sia nelle aule dell’Università di Cagliari, su richiesta della Prof.ssa Maria Grazia Scano Naitza (dal 1995 al 2013). Realizza a mano libri d’artista, arazzi cartacei calcografici, esposti in numerose mostre personali e collettive e, da ultimo, si esibisce in curiose performances con giochi di luce, chiamate “Kriorbs”.

 

 Dionigi Losengo è nato a Cagliari nel 1955, vive e lavora a Elmas. Ha studiato Design presso l’ISIA Roma ed attualmente svolge l’attività di insegnante di Storia dell’arte. Nel 2003 ha già esposto presso il Museo naturalistico del Territorio, a Sa Corona Arrubia, insieme a Marina Madeddu e Maura Saddi. I tre esponenti dell’arte concreta della scuola del Sulcis, per l’occasione, avevano costituito il gruppo 1+1+1 con la presentazione di un manifesto, memori delle precedenti esperienze legate alle comuni frequentazioni del maestro Ermanno Leinardi. Semplicità e astrazione geometriche caratterizzano le opere di Losengo, nelle quali il rigore della forma e delle linee, le regole matematiche e la geometria vengono esaltati da una sensibilità personale ed unica, supportata da una ricerca meticolosa della composizione, precisa ed equilibrata. Sono numerose le mostre personali e collettive al suo attivo, inaugurate soprattutto nella Sardegna centro meridionale.

 

Beppe Vargiu è nato a Cagliari nel 1954. Ha iniziato l’attività artistica da giovanissimo, diplomandosi nel 1972 presso il Liceo Artistico di Cagliari. Nel 1980 è tra gli artisti selezionati nella Mostra Regionale di Arti Visive. È stato, con Giuseppe Pettinau, Italo Medda, Attilio Della Maria e Italo Utzeri, tra i fondatori del “Gruppo 91”. Partito inizialmente da un astrattismo lirico si è indirizzato sempre più verso una dialettica aperta tra Astrazione e Figurazione e tra “Significato” e “Significante” che si è reso concreto nel linguaggio attraverso la luce, il colore, la materia. Il rapporto tra segno, materia e simbolo, nelle sue declinazioni, fa emergere la problematica del sacro e caratterizza e colloca la sua ricerca estetica sul versante antropologico umanistico. Nelle opere più recenti, le dissonanze tra superfici dipinte e tra i diversi piani, la materia e i frammenti del tessuto squarciato, i listelli di legno spezzati fanno emergere profonde lacerazioni, dove la memoria è dramma vivo, presenza oscura che si manifesta nella sua virulenza. In questi ultimi anni emerge un interesse verso il rapporto arte, natura e oggetti, questo percorso viene declinato attraverso il ricorso a materiali, a linguaggi specifici come la fotografia, rivisitando e riconsiderando le avanguardie del Novecento. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive.