Antonio Pigliaru, nato a Orune il 17 agosto 1922 e morto a Sassari il 27 marzo 1969, è stato un giurista, filosofo ed educatore italiano
Antonio Pigliaru
Descrizione
Rimasto orfano di padre in tenera età, si trasferì a Sassari per proseguire le scuole medie e conseguire la maturità classica.
Nel 1941 si iscrisse alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Cagliari e proprio in questo periodo aderì al Gruppo universitario fascista, dove fece le sue prime esperienze culturali, collaborando al giornale dell'organizzazione.
All’indomani del crollo del fascismo e della costituzione della Repubblica sociale italiana, Pigliaru volle restare fedele a quel sistema politico e pertanto il 24 maggio 1944 fu arrestato, accusato di gravissimi reati: attentato contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato, favoreggiamento bellico, spionaggio, cospirazione politica; venne scarcerato nel 1946 in seguito all’amnistia Togliatti.
Riprese gli studi e nel 1947 si laureò con una tesi sull’esistenzialismo in Leopardi.
Nel 1949 fu assistente ordinario alla cattedra di Filosofia del diritto dell'Università di Sassari, ottenendo nel 1954 la libera docenza e nel 1967, vinto il concorso, divenne professore ordinario di Dottrina dello Stato.
Fu autore di numerose opere considerate ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per il dibattito sulla cultura sarda. Tra le più importanti va ricordata La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico (Milano 1959), nella quale affronta il tema della vendetta barbaricina come ordinamento autonomo e distinto da quello statuale.
Morì prematuramente a Sassari il 27 marzo 1969.