MUSEO MAN |LE NUOVE MOSTRE: PICASSO E GUERNICA CONTRO TUTTE LE GUERRE E APPARTENENZE
Beschreibung
Inaugurazione delle mostre: venerdì 18 novembre, alle ore 19.00 al Museo Man
PICASSO E GUERNICA CONTRO TUTTE LE GUERRE
Dal 23 settembre al 31 dicembre del 1953 Guernica venne esposta nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano, insieme a più di trecento altre opere del maestro spagnolo, dando forma alla più grande retrospettiva di Picasso mai tenuta in Italia. Successivamente la mostra venne spostata a Roma, ma in formato ridotto e soprattutto senza Guernica, che da allora non fece mai più ingresso nel nostro Paese. La Sala delle Cariatidi, che al momento di accogliere il capolavoro picassiano presentava ancora i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, amplificando così il significato dell’opera, in quell’occasione ospitò anche altre drammatiche composizioni di esplicita denuncia dei disastri della guerra quali il Massacro in Corea e Carnaio.
Oggi Guernica non viaggia più, non lascia mai la Spagna e la sua sala al Museo Reina Sofía di Madrid. Non tornerà più a Parigi, dove è stata creata, commissionata dal governo repubblicano spagnolo per l’Esposizione Universale del 1937, non tornerà più al MoMa di New York, dove ha passato buona parte del suo esilio prima di tornare in patria, e sicuramente non tornerà più in Italia. Settant’anni dopo la storica esposizione al Palazzo Reale di Milano, il MAN di Nuoro celebra il passaggio italiano di Guernica, simbolicamente e artisticamente fondamentale per una generazione di artisti, di critici d’arte e di cittadini italiani.
L’omaggio nuorese si suddivide in due sezioni principali: l’eco di Guernica nella produzione artistica di Picasso e il racconto della genesi dell’opera attraverso il racconto visivo di Dora Maar, fotografa e all’epoca compagna dell’artista spagnolo.
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APPARTENENZE
L'importante ingresso in collezione dell'opera Madre che cuce di Mario Sironi, 1905-1906, frutto di un recente acquisto da parte del museo MAN presso una collezione privata milanese, rappresenta l'occasione per una presentazione al pubblico delle ultime acquisizioni pervenute sotto forma di acquisto, comodato o donazione. La mostra allinea le opere all'interno di un percorso che presenta, per ciascuna di esse, un approfondimento storico e tematico, una narrazione che le colloca sullo sfondo della collezione permanente spiegandone il valore e il ruolo all'interno dell'identità stessa della raccolta.
L'opera di Sironi (1885-1961), in particolare, è accompagnata da un affondo critico a cura di Elena Pontiggia, massima esperta italiana del maestro, raccolto fra le pagine di una piccola pubblicazione dossier destinata a inaugurare la nuova collana editoriale del museo, I quaderni del MAN.
«Sironi non cerca una scena intimista – scrive Pontiggia – anzi avrebbe potuto sottoscrivere il Manifesto di Saint Cloud di Munch (1899), che proclamava: “Non dipingeremo più interni […], donne che lavorano a maglia”. Certo, il suo è un interno, ma quello che gli interessa è la costruzione volumetrica: la solida figura femminile, la sedia ben piantata sul pavimento, i blocchi di colore del tavolo e dei mobili. Semmai si può avvertire un filo di malinconia nella solitudine della madre, tutta sola nel silenzio della casa. Tuttavia la scena comunica anche il suo senso di dignità e quasi la sua intima approvazione per il dovere compiuto: quella approvazione interiore che, come Thomas Mann fa dire a Johann Buddenbrook, “è la felicità più certa che si possa raggiungere sulla terra”.
Per maggiori informazioni consulta il sito del Man: www.museoman.it