CARRASECARE | CARNEVALE ISRE E L'ASSOCIAZIONE SARDI GRAMSCI DI TORINO

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Saranno interamente dedicate al Carnevale in Sardegna e in particolare a quello barbaricino le giornate 𝑪𝒂𝒓𝒓𝒂𝒔𝒆𝒄𝒂𝒓𝒆/𝑪𝒂𝒓𝒏𝒆𝒗𝒂𝒍𝒆 programmate dall'Associazione sardi Gramsci di Torino in collaborazione con l'ISRE - Istituto Superiore Etnografico della Sardegna.
venerdì 25 febbraio ore 18
In diretta streaming dalla pagina Facebook dell'Associazione Gramsci, Paolo Piquereddu, antropologo museale già direttore dell'ISRE, dialogherà con Matteo Mereu, Enzo Cugusi e Francesco Pongiluppi, intorno ai carnevali sardi al loro significato.
sabato 26 febbraio
via Musiné 5 - Torino
In serata saranno proiettati i film:
🎥Intintos
di Ignazio Figus - 33'
A Olzai e in alcuni altri paesi della Barbagia l'ultimo giorno di Carnevale si svolge il Mercoledì delle Ceneri. Della giornata che nella tradizione liturgica cattolica è caratterizzata dalla cerimonia del memento mori, può essere letto un richiamo nelle azioni di imbrattamento con fuliggine delle facce della gente effettuate dalle maschere. Per il resto gli avvenimenti si susseguono secondo i canoni ben noti del processo e condanna di Carnevale: il fantoccio di Juvanne Martis responsabile delle disgrazie della comunità, viene bruciato nella piazza principale. Nei ricordi degli anziani riaffiora la tradizione del "morto di Carnevale", quando un grottesco corteo funebre portava per il paese un sempliciotto legato ad una scala - Juvanne Martis morto - questuando in suo nome di casa in casa.
🎥Don Conte a Ovodda - 20’
di Paolo Piquereddu
Il carnevale della Barbagia - territorio montano della Sardegna centrale - è caratterizzato da una particolare atmosfera, un po' triste ed inquietante, dovuta alla presenza delle maschere tradizionali dei pastori; queste sono fatte di pelli di pecora, campanacci e maschere facciali grottesche. Le più conosciute sono quelle dei Mamuthones di Mamoiada. Dal generale tono malinconico dei carnevali della Barbagia si stacca solamente la manifestazione di don Conte, ad Ovodda. Qui, il Mercoledì delle Ceneri, ha luogo un singolare happening all'insegna di un'allegra anarchia, attorno ad un fantoccio denominato don Conte. A chiunque si presenti nella piazza principale del paese, viene immediatamente imbrattato il viso con del sughero bruciato, in una sorte di "memento mori" che precede l'immersione in un piccolo quanto coinvolgente "mondo alla rovescia". La festa giunge al culmine quando, al calar della notte, viene dato fuoco al pupazzo; talvolta l'accensione fa seguito ad un processo e condanna, talvolta si procede senza, essendo comunque inevitabile che don Conte, responsabile dei mali della comunità, subisca la giusta punizione. La sua fine sembra lasciare tutti soddisfatti, anche se qualcuno piange sconsolatamente.

 

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