Salvatore Fancello

Salvatore Fancello

Una prima spia dell’eccezionalità della figura di Salvatore Fancello è data dalla sproporzione tra il suo originalissimo talento artistico e la brevità della sua esistenza. Prima della morte tragica e prematura sul fronte albanese durante il secondo conflitto mondiale, e già a partire dagli anni degli studi all’ISIA di Monza (1930-1936), Fancello aveva dato prova di possedere un’estetica inconfondibile, che avrebbe variamente modulato nella ceramica e nell’illustrazione, per la quale si rivelò portato già dall’infanzia (amava disegnare soprattutto gli animali). La sua visione, espressa nelle sculture e nell’opera grafica, è tra le più fantastiche e incantate, tra le più ironiche e affettuose della prima metà del Novecento. La sua precoce scomparsa suscitò una profonda impressione nel mondo dell’arte e nel suo paese natale. La salma, sottratta al freddo anonimato del cimitero militare e riportata a Dorgali dietro sollecitazione dell’affezionatissima sorella Luisa, venne tumulata il 3 aprile 1962: l’intera comunità partecipò alla cerimonia, in un’atmosfera generale di sentita commozione. Il Museo Civico del paese porta oggi il suo nome, e ospita al suo interno il capolavoro del Disegno ininterrotto, un lungo rotolo di carta da telescrivente istoriato a china e acquerello che Fancello realizzò nel 1938 come dono di nozze per la coppia di amici Costantino Nivola e Ruth Guggenheim.

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