Raffaele Ciceri

Nuoro, aprile 1870 - novembre 1921
Rampollo di una ricca famiglia e ben presto orfano di entrambi i genitori (sua madre morì nel darlo alla luce a soli ventotto anni, mentre il padre, originario di Como, fu vittima di un incidente quando il figlio ne compiva diciotto) Raffaele Ciceri aveva studiato al Convitto Nazionale di Cagliari con la prospettiva di tornare nella città natale per esercitare la professione di farmacista. Nel capoluogo di regione era nata la sua passione per la fotografia, che avrebbe coltivato per tutta la vita in parallelo al suo principale mestiere. Non sarebbe potuta andare in un altro modo, del resto: la sede del locale da dove avrebbe prescritto i medicamenti – la “Farmacia R. Ciceri già Floris”, sita nella parte superiore dell’antica Via Maiore – godeva di una posizione troppo privilegiata perché lo sguardo vispo del suo nuovo proprietario potesse accontentarsi di vagare tra il bancone e il laboratorio. Dall’uscio, Ciceri poteva assistere ogni giorno a uno dei più interessanti teatri di vita a cielo aperto, quella commedia umana che si svolgeva e riavvolgeva scorrendo su e giù per l’arteria principale della cittadina (allora un grande paese, con i suoi 7000 abitanti scarsi). Armato della sua Verascope Richard – una macchina stereoscopica piuttosto piccola e leggera, che permetteva di fare a meno del cavalletto e che soprattutto, nella sua apparenza di scatoletta di legno, era ben lontana da incutere la soggezione tipica di altri apparecchi fotografici – avrebbe scattato agilmente e senza posa, con velocità, conservando per i posteri la memoria di volti e corpi noti e ignoti, di personaggi in vista e senza fama, di folle e solitari, di (poche) donne eleganti e uomini in borghese, o con indosso i tradizionali abiti popolari.
Socievole e bon vivant, “Boelle” Ciceri non perdeva occasione per immortalare ogni cosa. A catturarne l’attenzione erano soprattutto i peculiari momenti di vita mondana della Nuoro della Belle Époque che si svolgevano all’interno del Caffè Tettamanzi, nelle adiacenze del locale e lungo l’attuale Corso Garibaldi. Un microcosmo fondamentalmente maschile, popolato di signori ben vestiti, di amici e di sodali, tra i quali Sebastiano Guiso e Piero Pirari – entrambi fotografi professionisti – e ancora il pittore Antonio Ballero e il poeta Sebastiano Satta – come lui “reporter” amatoriali; proprio a Ciceri si deve una sequenza, originalissima, databile al 1904 o al 1909, in cui Sebastiano Satta esce dal seggio elettorale allestito presso il convento francescano dei frati Minori Osservanti. All’occhio di Ciceri però non sfuggiva nemmeno l’osservazione della povera gente comune, la cui presenza – come quella del matto alcolizzato noto come “Gigiotto”, anche lui efficacemente descritto nel romanzo sattiano – palesava tutto lo squallore che parimenti circondava e riguardava la presunta distinzione del ceto abbiente. Ulteriore ispirazione gli sarebbe derivata dai viaggi: visitò fin da giovane le principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Pisa), e si recò, per un periodo, in Africa, a Tunisi, forse ospite del concittadino Francesco Cucca, che lì si stabilì dal 1902 al 1938.
Uno spaccato degli usi e costumi popolari e vari scenari di ambientazione campestre sono offerti, nel corpus fotografico di Ciceri, dagli scorci paesani o dalle ampie vedute di esterni, molto spesso nella provincia barbaricina (Oliena, Orgosolo, Orani, Macomer; ma non sono infrequenti le gite a Cagliari, di cui evidentemente lo affascinavano le atmosfere e il paesaggio architettonico). Le occasioni di vita comunitaria religiosa e civile – processioni, carnevali, comizi elettorali, mostre equine, celebrazioni solenni come quelle per la morte dell’amico Sebastiano Satta nel 1914 – colpiscono oggi per il sotteso desiderio documentario, e per il senso di brulicante vivacità indifferente a esigenze di perfezione tecnica e formale.
Tutto interessava l’occhio attento di Ciceri, tutto lo impressionava: la battuta di caccia valeva quanto un corteo nuziale, e il momento cruento della castrazione di un cavallo aveva per lui la stessa dignità dei cappelli a falda larga carichi di fiori adagiati sul capo delle dame borghesi, o del raffinato interno della Sala Consiliare del Municipio di Orani, dove gli oli su carta Il pastore e Il seminatore, realizzati dal pittore Mario Delitala all’inizio degli anni Dieci, facevano bella mostra di sé, insieme ad altri interventi decorativi, al momento della sua visita. Proprio al fratello di Delitala, l’avvocato Gonario, che allora esercitava a Nuoro nello studio di Pietro Mastino, si deve una bella caricatura di Ciceri datata 1911: ulteriore prova della sua appartenenza al ceto abbiente dei professionisti, oltre che testimonianza della frequentazione di quegli artisti che per primi, tra i due Secoli, iniziarono a raccontare e rappresentare la Sardegna, la sua storia, la sua cultura e la sua gente. Un racconto e una rappresentazione a cui egli diede il proprio contributo, restituendone una versione personale il cui crudo realismo tradiva la formazione scientifica e analitica del farmacista.
Bibliografia essenziale
- S. SATTA, Il giorno del giudizio, Padova, CEDAM, 1977; Milano, Adelphi, 1979; Nuoro, Ilisso, 1999; Nuoro, Il Maestrale, 2006;
- E. CORDA, Storia di Nuoro. 1830-1950, Milano, Rusconi, 1987;
- E. CORDA, Atene Sarda. Storie di vita nuorese. 1886-1946, Milano, Rusconi, 1992;
- M. CORDA, Corso Garibaldi. Frammenti di cultura nuorese, Nuoro, Il Maestrale, 1994;
- G. PITITU, Nuoro nella Belle Époque, Cagliari, Edizioni AM&D, 1998;
- M. CORDA, Elogio del Microcosmo. Saggi di cultura nuorese, Milano, Mondadori, 2001;
- Antonio Ballero. Lo sguardo fotografico del pittore, catalogo della mostra (Nuoro, Ex Tribunale, 9 dicembre 2007-30 marzo 2008), saggio di Marcello Fois, apparati a cura di Salvatore Novellu), Nuoro, Ilisso, 2007;
- AA.VV., La fotografia in Sardegna. Lo sguardo esterno 1854-1939, Nuoro, Ilisso, 2008;
- Raffaele Ciceri. Fotografie di Nuoro e della Sardegna nel primo Novecento, catalogo della mostra (Nuoro, Museo TRIBU, 31 ottobre 2012-28 febbraio 2013), Nuoro, Ilisso, ISRE, 2013
TAGS
Raffaele Ciceri; Nuoro; fotografia; Il giorno del giudizio; Salvatore Satta; Roma; Milano; Genova; Venezia; Pisa; Africa; Tunisi; Francesco Cucca; ISRE; Istituto Superiore Regionale Etnografico; Ilisso; Museo TRIBU di Nuoro; Convitto Nazionale di Cagliari; “Farmacia R. Ciceri, già Floris” di Nuoro; Via Maiore di Nuoro; Verascope Richard; Belle Époque; Caffè Tettamanzi; Corso Garibaldi di Nuoro; Piero Pirari; Sebastiano Guiso; Antonio Ballero; “Gigiotto”; Sala Consiliare del Municipio di Orani; Mario Delitala; Il pastore; Il seminatore; Gonario Delitala; Pietro Mastino; Elettrio Corda; Mario Corda; Gianni Pititu; Atena Sarda; microcosmo; Padova; CEDAM; Adelphi; Rusconi; Il Maestrale; Mondadori; street photography; street photographer; reporter; reportage