Priamo Gallisay

Priamo Gallisay

Priamo Gallisay è il musicista nuorese della Belle Époque. Caduto nell’oblio successivamente alla morte avvenuta nel 1930, questo artista colto e bohémien, figlio dissipatore del ricco borghese don Gavino, e fratello del maestro-politico Menotti – personaggi di cui anche Il giorno del giudizio di Salvatore Satta (1977) recherà memoria – riveste un ruolo assolutamente singolare nel contesto dell’“Atene della Sardegna”: sia per i rapporti diretti e professionali con i più importanti esponenti di quel vivace milieu culturale – in primis Grazia Deledda, Antonio Ballero e Pasquale Dessanay –, sia anche per la più generale varietà e ricchezza della sua opera compositiva, frutto di studi accademici, di viaggi e di aggiornamento continuo. Intuitivo e ambizioso al punto da voler trasformare il romanzo Don Zua (1894) di Ballero nell’opera lirica Rossella (1897), e poi così deluso e segnato dalle asprezze della critica (nei confronti delle musiche e del libretto, firmato da Dessanay) da decidere di ritirarsi dalle scene, Gallisay rimane tuttavia un vero e proprio apripista nel suo ambito, specialmente in relazione all’ambiente in cui scelse di esprimersi. La Polifonica di Nuoro porta oggi il suo nome, e di prossima pubblicazione è la biografia curata da Michele Pintore.

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