Pietro Mastino

Nuoro, 24 gennaio 1883 -14 marzo 1969
Pietro Mastino ebbe fin da principio nella figura del padre Francesco un esempio di dedizione professionale e civile: il genitore, difatti, era un noto e stimato avvocato che, dopo essere stato per anni consigliere comunale a Bosa (suo paese di origine), si era trasferito a Nuoro dopo le nozze e ne era divenuto Sindaco per diversi mandati (1883; 1884; 1890; 1891), operando nell’ottica di una crescita della città che fosse evidente anche e soprattutto nella concretezza delle opere pubbliche. Dopo le scuole elementari e medie a Nuoro, e dopo il Liceo Classico a Sassari, il futuro “principe del foro” studiò leggi alla Regia Università di Torino, dove si laureò nel 1905, a ventidue anni. Subito operativo – secondo le rigorose direttive paterne – in Pretura e in Tribunale, da degno “figlio d’arte” non tardò a farsi valere. Divenne noto, in data 22 giugno 1910, per la sua arringa di difesa a favore di due uomini accusati dell’omicidio del Sindaco di Bitti, che lo impose all’attenzione ammirata dei magistrati e del pubblico, parimenti impressionati dal rigore argomentativo e dalla piacevolezza dello stile oratorio; vale a dire, da quelli che sarebbero state le cifre distintive del suo operare in seno all’ordine degli avvocati, e che ne avrebbero fatto, di lì a poco, un vero e proprio giurista “di grido” (secondo la definizione di Elettrio Corda). Vinte le resistenze dovute alla sua ancora giovane età, che spesso portavano i clienti a preferirgli il più navigato padre, nel tempo sarebbe diventato un punto di riferimento in virtù dell’incorruttibile professionalità, dell’infallibile memoria e dell’amabilità dello stile, tutte doti temperate dalle virtù spontanee degli spiriti nobili, ovvero da quella cordialità e affabilità caratteriali che avrebbe dimostrato sempre, e in modo trasversale, anche nei confronti dei suoi concittadini, da uomo di leggi come da uomo delle istituzioni.
All’impegno forense Mastino affiancò una non meno intensa attività politica, portando avanti una fiera e intransigente opposizione al Fascismo che ebbe modo di esprimere anche su “Il Solco” –organo ufficiale del dissenso – e che avrebbe avuto gravi ripercussioni sull’andamento della sua vita. Dopo la Grande Guerra, alla quale aveva preso parte come Tenente dei mitraglieri, era stato tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione: già nel 1919 era stato eletto deputato nella lista dell’Associazione degli ex combattenti, e poi nel 1921 e nel 1924 era stato riconfermato tra le file del PSd’Az (più tardi non avrebbe però aderito alla svolta a sinistra proposta da Emilio Lussu). Con questo ruolo si sarebbe impegnato, tra le altre cose, per la ricostituzione della Provincia di Nuoro (cosa che avvenne nel 1927), oltre che per il disegno più generale dell’autonomia della Sardegna. Nel 1924, dopo lo scandalo del delitto Matteotti (27 giugno), ebbe inizio la sua esplicita e strenua contestazione antifascista, che si protrasse per tutto il ventennio: ma già dopo la sua adesione al Comitato sassarese delle opposizioni venne dichiarato decaduto dal mandato parlamentare, e dovette tornare in Sardegna, dove riprese l’attività forense. Questa sanzione fu solo la prima di una serie di diffide culminate con una proposta di confino, nonché una punizione esemplare messa in atto come conseguenza di quel controllo esercitato dalle autorità sulla sua figura di intellettuale scomodo. Nel 1932, il suo rifiuto di interrompere un’udienza penale per commemorare il Duca di Genova –diniego condiviso dai colleghi Luigi Oggiano e Gonario Pinna – gli costò la sospensione per un semestre dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, nonché il disonore da parte dell’Autorità militare, che lo degradò a soldato semplice.
Solo con la caduta di quel regime che non si stancò mai di contestare poté finalmente riprendere la libera attività politica, sebbene un infelice e violento episodio si ebbe ancora nel 1946, la notte del 6 novembre, quando una bomba venne lanciata in via Guerrazzi contro la finestra della sua abitazione. Nel 1945 Mastino venne chiamato a partecipare alla Consulta nazionale; venne poi nominato Sottosegretario al Tesoro nel governo Parri e nel governo De Gasperi; nel 1946 fu eletto all’Assemblea Costituente e, infine, fu Senatore di diritto dal 1948 al 1953. Ma oltre che per il suo operato a livello nazionale – caratterizzato dall’accorato e lucido richiamo degli Organi di competenza sulla questione meridionale e insulare – il suo stimato ricordo è legato non secondariamente al suo ruolo di Sindaco di Nuoro, ricoperto nella seconda metà degli anni Cinquanta. Dal luglio 1956 al gennaio 1961 il suo impegno nella risoluzione dei problemi più annosi e più urgenti della città fu serio, concreto e trasversale: sia a livello economico, sia, specialmente, a livello strutturale e infrastrutturale, con l’approntamento di un preciso piano regolatore per lo sviluppo urbanistico, l’attenzione per l’edilizia popolare e scolastica, la sistemazione delle strade periferiche. In questo, Pietro Mastino si rivelò erede perfetto del padre Francesco: era stato proprio il genitore, difatti, a realizzare l’antica Piazza d’Armi (oggi Piazza Vittorio Emanuele) facendo acquistare al Comune il vasto terreno detto “Sa tanca de su Vescovo”, che venne bonificato e attorniato dapprima da edifici pubblici, e poi da abitazioni private (tra cui lo stesso palazzo di famiglia), e che ancora oggi è uno dei luoghi simbolici dell’aggregazione sociale del capoluogo barbaricino.
Questo amore manifesto per Nuoro valse a Mastino il cordoglio collettivo al momento della morte, avvertita come grave perdita per la città come già era accaduto con tutti quei personaggi illustri che vi avevano lasciato un segno di umanità profonda proprio a partire dalle cattedre tribunalizie: in primis il poeta-giurisperito Sebastiano Satta, che Mastino stesso aveva pubblicamente commemorato in un celebre discorso del 13 dicembre 1914.
Bibliografia essenziale
- E. CORDA, Storia di Nuoro. 1830-1950, Milano, Rusconi, 1987;
- E. CORDA, Atene Sarda. Storie di vita nuorese. 1886-1946, Milano, Rusconi, 1992;
- E. CORDA, Due storie parallele. Pietro Mastino, Luigi Oggiano: avvocati, senatori, galantuomini, Nuoro, Edizioni Devilla, 1996;
- M. CORDA, L'identità culturale nuorese tra mito e storia, Volume Secondo, Cagliari, Arkadia, 2010
TAGS
Pietro Mastino; avvocato “di grido”; Nuoro; antifascismo; Luigi Oggiano; Gonario Pinna; Parlamento della Repubblica; Sindaco; primo cittadino; Francesco; Bosa; opere pubbliche; Liceo Classico di Sassari; “principe del foro”; Regia Università di Torino; Pretura; Tribunale; omicidio; Bitti; Elettrio Corda; attività forense; attività politica; Fascismo; “Il Solco”; Grande Guerra; Tenente; Partito Sardo d’Azione; Associazione degli ex combattenti; PSd’Az; Emilio Lussu; Provincia di Nuoro; autonomismo; Sardegna; delitto Matteotti; Comitato sassarese delle opposizioni; Duca di Genova; sospensione; Consiglio dell’Ordine degli Avvocati; Autorità militare; Consulta nazionale; Sottosegretariato al Tesoro; governo Parri; De Gasperi; Assemblea Costituente; Senato della Repubblica; anni Cinquanta; piano regolatore; sviluppo urbanistico; edilizia popolare; edilizia scolastica; rete stradale periferica; Piazza d’Armi; Piazza Vittorio Emanuele; “Sa tanca de su Vescovo”; Sebastiano Satta; Milano; Rusconi; Edizioni Devilla; Mario Corda; Cagliari; Arkadia