Piero Pirari

Piero Pirari

Il fotografo Piero Pirari, figlio del pittore Giovanni Antonio Pirari Varriani, respira fin da bambino, insieme con il fratello Antonio, un clima familiare sensibile alle suggestioni dell’arte. Influenzato dalla pratica pittorica del genitore, che lo affascina inizialmente per come il processo di rappresentazione della realtà possa avvalersi di un medium visivo, sceglierà poi di dedicarsi specificamente alla fotografia: una vera novità per la Sardegna del tempo, ma già praticata, in forma amatoriale, anche da personalità come Antonio Ballero e Sebastiano Satta – che frequentano abitualmente la casa paterna insieme ad altri intellettuali. Al lavoro di Piero Pirari, sodale del fotografo professionista Sebastiano Guiso, si devono alcune tra le più note immagini della Barbagia tra Ottocento e Novecento: una raccolta vasta e variegata, un repertorio di paesaggi, ambienti domestici, tipi umani (tra cui diverse “celebrità” del periodo) in cui lo sguardo del reporter ante litteram non sarà mai del tutto indipendente da contaminazioni pittoriche. Negli anni Cinquanta, inoltre, sarà lui a realizzare i primi documentari a colori in 16 mm mai girati a Nuoro. A seguito di un’importante retrospettiva a lui dedicata nel 1977, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro è divenuto custode delle 1800 stampe originali e dei 201 negativi che costituiscono oggi il Fondo omonimo.

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