Mario Delitala

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Orani, 16 settembre 1887 - Sassari, 28 agosto 1990

Figlio del medico condotto del paese di Orani, Mario Delitala compie studi superiori di ragioneria, ma è attratto dall’idea di intraprendere la carriera artistica. Così, quando ne 1907 parte per Milano, assunto come amministrativo in una ditta locale che produce manifesti pubblicitari, frequenta anche il Corso Superiore di Disegno Litografico presso La Scuola del Libro, e inizia a cimentarsi nell’illustrazione. È l’avvio di un percorso di formazione che, dopo un periodo trascorso a Cagliari a contatto con gli artisti sardi più importanti del periodo (Filippo Figari, Francesco Ciusa, Felice Melis Marini, Melkiorre e Federico Melis), lo porterà a studiare incisione a Venezia (1920-1924): un soggiorno, questo in laguna, destinato a lasciare tracce durature nella sua maniera pittorica per la resa degli effetti cromatici e luministici, oltre che nella concezione della grande decorazione parietale. Sarà anche l’inizio di un’intensa pratica di viaggio, che negli anni della maturità lo porterà ad alternare periodi di lavoro in Sardegna e lunghi soggiorni nel resto dell’Italia, con anche una breve parentesi africana (a Bengasi) all’inizio degli anni Trenta.

Sempre aggiornata sulle più recenti ricerche nazionali ed europee, l’opera pittorica di Delitala mostrerà, nel suo lungo divenire, la sua capacità di appropriazione e rielaborazione della lezione del colorismo veneto (Tiziano, Tintoretto, Veronese) e del Secessionismo; l’adesione ai canoni novecentisti, evidente soprattutto nella ritrattistica; la consonanza con gli ideali del cosiddetto sardo-fascismo, che troveranno uno sbocco efficace soprattutto nelle xilografie. Tra queste, quelle dedicate alla rappresentazione delle scene di vita quotidiana agropastorale, e quelle in omaggio ai combattenti sardi caduti valorosamente nel corso della Grande Guerra, restano tra le più mirabili per il felice equilibrio raggiunto tra pathos e abilità tecnica.

Il talento di Delitala in quanto disegnatore, emerso già nei bozzetti adolescenziali e poi nella sua attività di cartellonista pubblicitario a Milano, potrà esprimersi al meglio nelle collaborazioni con varie riviste isolane e nazionali: tra queste, la "Rivista Sarda" (diretta da Melkiorre Melis) e "Il nuraghe" (fondata da Raimondo Carta Raspi). Ancora, il suo impegno nella pittura murale sarà intensissimo, e tra i suoi interventi decorativi più importanti si ricordano la decorazione del Palazzo Civico di Cagliari (1913-1914); la decorazione della Sala Consiliare del Palazzo Civico di Nuoro (1924-1926); il Duomo di Lanusei (1926); l’Aula Magna dell’Università di Sassari (1927) e quella del Liceo Azuni (1932-1934). A Delitala va inoltre il merito di avere inaugurato quella che può essere definita la scuola sarda dell’incisione: nel 1931 la rivista "L’Eroica" gli dedicherà un numero monografico con dodici xilografie, e nel 1938 la sua partecipazione con tredici stampe alla XXI Biennale di Venezia gli varrà il prestigiosissimo Premio Presidenza Biennale. Altrettanto fondamentale, e parallela all’impegno artistico in prima persona, sarà per lui l’attività didattica: insegnerà a Sassari e a Cagliari, dirigerà l’Istituto d’Arte di Urbino (1934-1942), Perugia (1942), Pesaro (1943) e Palermo (1949-1961), e proprio in Sicilia fonderà anche tre nuove scuole d’arte (Messina, Caltagirone, Comiso).

Quando, sopraggiunta la pensione, tornerà definitivamente in Sardegna all’inizio degli anni Sessanta, compenserà con una più intensa attività pittorica l’impossibilità a continuare a incidere causata da un problema alla vista (che lo renderà progressivamente cieco). Non si sottrarrà nemmeno a impegni culturali importanti, come le celebrazioni del 1964 per il cinquantenario della morte del poeta Sebastiano Satta: già quaranta anni prima, del resto, aveva avuto occasione di disegnare la copertina dell’Albo Sattiano, e di decorarlo con fregi interni. L’ultima stagione nell’Isola sarà anche occasione per tornare nei paesi della Barbagia visitati per la prima volta nel corso degli anni Dieci insieme al collega di Olzai Carmelo Floris: quegli stessi centri che, nei loro paesaggi, ambienti domestici e tipi umani erano (e sarebbero ancora) stati protagonisti di tante sue opere.

 

Bibliografia essenziale

  • Mario Delitala, a cura di S. Sechi de Gonare, Sassari, 1981;
  • M.E. CIUSA, L’opera xilografica di Mario Delitala, fra identità e tradizione, Milano, Scheiwiller, 1987;
  • G. ALTEA, M. MAGNANI, Le matite di un popolo barbaro. Grafici e illustratori sardi 1905-1935, Silvana Editoriale, 1990;
  • L’opera omnia grafica di Mario Delitala, a cura di S. Sechi de Gonare, Sassari, 1998;
  • M.L. FRONGIA, Mario Delitala, Nuoro, Ilisso, 1999;
  • M.L. FRONGIA, Mario Delitala, Nuoro, Ilisso, 2004

 

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