Mario Delitala

Mario Delitala

Quella dell’oranese Mario Delitala è senza dubbio la carriera più lunga tra quelle dei pittori sardi del XX secolo. Non solo perché l’artista visse fino all’età di 103 anni, ma perché la sua intensa attività pittorica, grafica e decorativa – iniziata da autodidatta nella prima giovinezza, e poi soggetta alle evoluzioni di un secolo, come il Novecento, in veloce divenire estetico – non ha subito battute d’arresto nemmeno nella fase finale della sua esistenza. Formatosi a Venezia dopo la Grande Guerra, l’artista sarà non solo tra i primi narratori di una Sardegna finalmente celebrata nei suoi usi e costumi, nella sua storia e nei suoi valori etici e morali, ma anche un fine ritrattista e un eccezionale xilografo, fondatore di una vera e propria “scuola” dell’incisione sarda destinata a divenire, dopo di lui, istituzione e tradizione. Sebbene le sue opere siano esposte in importanti collezioni pubbliche e private, e le sue pitture parietali abbelliscano gli ambienti di edifici civili e religiosi dell’Isola e del resto d’Italia, il suo lavoro più rappresentativo resta forse il ciclo di decorazioni per la sala consiliare del Comune di Nuoro, per la quale a metà degli anni Venti eseguì quattro lunette allegoriche e il grande olio su tela raffigurante La cacciata dell’arrendadore, simbolo perfetto di tutto un popolo – quello sardo – che iniziava finalmente a riscattare se stesso e la propria identità.

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