Francesco Cucca

Fu una vita avventurosa, quella di Francesco Cucca, che seppe riscattare la propria condizione di orfano per divenire – nell’ordine – servo pastore, minatore, garzone di cantina, commerciante di legname, insegnante, traduttore, interprete e impiegato. Questo il singolare cursus honorum di un personaggio fuori dalla norma, che al di là di ogni mestiere svolto fu principalmente e soprattutto un uomo di lettere e un esule, autore di poesie, racconti, romanzi e prose di viaggio dal suo lungo soggiorno nel Maghreb: qui visse fino alla fine degli anni Trenta tra Algeria, Tunisia e Marocco, senza però rescindere mai il legame con l’onnipresente Sardegna, la città natale, e i concittadini più illustri. Intellettuale sui generis,appassionato autodidatta, questo sardo-arabo amico di Sebastiano Satta e Raffaele Ciceri sarebbe morto a Napoli in condizioni di sostanziale solitudine e povertà: solo nel passato più recente la sua figura è stata riscoperta, e ricollocata, come merita, tra le grandi personalità nuoresi che vissero e operarono tra il XIX e il XX secolo. Nel 1982 la Biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro gli ha dedicato un convegno di studi nel centenario dalla nascita. Oltre ai suoi scritti letterari e saggistici, è stato pubblicato anche l’epistolario decennale (1907-1917) con Attilio Deffenu, l’eroe della Brigata “Sassari” che nel 1914 aiutò a fondare la rivista “Sardegna”.