Gavoi

Storia
Il paese di Gavoi è situato nella regione storica della barbagia di Ollolai, dove caratteristiche sono le abitazioni in granito, da sembrare delle torri al visitatore inglese Lawrence, quando vi arrivò da Sorgono nel 1921: "dirimpetto, sull'ampia cresta si ergevano le torri di Gavoi". L'abitato è disposto ad anfiteatro su un pendio boscoso e sorge su una collina. Il territorio circostante ci racconta di tempi lontani ove testimoni sono: menhir (chiamati in sardo perdas fittas), domus de janas, ruderi di capanne pastorali, nuraghi, tombe dei giganti, mura megalitiche e ripari roccia. Si ha testimonianza dell'uomo sin dal Neolitico antico (6.000- 4.000 anni fa), mentre non si può affermare con certezza che vi siano stati insediamenti fin dal paleolitico (450.000-10.000 anni fa). Di Gavoi, non si conosce con precisione il significato del nome, nè le origini del paese: infatti si tratta di una parola di etimologia incerta della quale si possono fare solo delle ipotesi. In passato vari studiosi si sono occupati dell'analisi del toponimo e sull'origine del primo nucleo urbano: Max Leopold Wagner, Massimo Pittau e Giulio Paulis, e il gavoese Pasquale Maoddi. Secondo il Pittau il toponimo Gavòi/Gabhòi è paleosardo o nuragico e coincide col sito della Chiesa di San Gavino, questo legame trova una certa conferma dal culto del martire turritano, patrono del paese, il cui nome in origine significava nativo di Gabii. E' possibile che il toponimo sia imparentato col vocabolo etrusco cavi, Kavi, indirettamente col latino cavea, cavia, gabia, con l'antico toponimo gabìi e con l'italiano gabbia, per cui il significato originario sarebbe stato quello di recinto per bestiame . Questa ipotesi trova conferma nel toponimo mandras 'e sas capras, nella zona sud-est dell'abitato, e nella memoria orale che attribuisce la paternità del villaggio ad un pastore di capre, forse proveniente da una delle comunità cancellate dalla pestilenza o carestia del Medioevo o ad un pastore guerriero che abbandonò l'altopiano alla ricerca di un clima più mite e di un posto più sicuro. Il pastore si stabilì in Su Craru, nella parte alta del centro storico, dove probabilmente sorse il primo nucleo abitativo. Il Maoddi ipotizza come significato un nuraghe o un luogo sacro nel "castru" o un recinto, situato dove oggi sono il campanile e la chiesa parrocchiale; potrebbe essere un'evoluzione del latino "gavinus" se derivasse dal latino "gavinus"(gavino), con esito in desinenza in "-oi": "cav-oi" o "ga-boi". Il toponimo deriverebbe dal nome del Santo e risalirebbe al primo Medioevo oppure deriverebbe da etimo latino arcaico o dell'area etrusco-latina "cava, anfiteatro". Non avendo sicuri riscontri archeologici si possono fare solo delle supposizioni. Nel Medioevo il paese era compreso nella curatoria della Barbagia di Ollolai, nel Giudicato di Arborea.
Ambiente
Gavoi (circa 3.000 abitanti) ha un territorio che ricopre una superficie di circa 3150 ettari, di cui ben 2113 ricoperti in gran parte da leccio e roverella e altre specie arboree (castagni, agrifogli, noci, ciliegi). Dal punto di vista faunistico sono presenti specie di vario interesse, come l'astore, il nibbio reale, il falco pellegrino, il corvo imperiale, e tante altre specie. Il territorio è in gran parte montuoso: si hanno i monti di Santupedru, Olopène, Pedruvòle, Iligài, Funtanamala, Loilòi, Parentèle, Erèmu, Istelathe e quindi le due colline di Vargasòla a ponente e Puddis a levante del paese. Le pianure principali sono nelle due sunnominate regioni: Meriddè e Sa Matta. Il Rio Gusana e il Rio Oratu sono i corsi d'acqua principali che confluiscono nel Lago artificiale di Gusana. La diga omonima, costruita intorno al 1960 per la produzione idroelettrica della centrale di Cighinadorzas e come meta turistica è alta circa 90m e raccolgie circa 60 milioni di metri cubi d'acqua. Qui si possono praticare sport d'acqua (canoa, windsurf), pesca alla trota, persico, carpa e tinca, ecursioni a piedi e a cavallo, con fuoristrada e quad. Il lago oggi sommerge il ponte romano "su ponte vetzu", all'altezza del ponte detto oggi Gusana costruito sul Rio Gusana intorno al II-III sec. dopo Cristo, un ponte romano a quattro arcate, la cui presenza sottoline l'importanza strategica che i Romani attribuivano a questa valle; si tratta di una strada romana che collegava Kalaris-Ulbia (Cagliari-Olbia). Numerose le sorgenti del paese. Sull'altopiano di Lidana, a qualche km dal paese, si trova il Santuario campestre di Nostra Signora d'Itria: con l'attuale impianto della chiesa che risale ai primi del Novecento e tutt'intorno le cumbessias delle piccole casette che ospitano i fedeli durante la novena e i giorni di festa.
Cultura
Il centro storico rappresenta il nucleo originario del paese. E' qui che si costruisce l'dentità, attraverso il patrimonio culturale, sociale ed artistico determinando la valorizzazione e la fruizione dello stesso. L'uomo è il protagonista del cambiamento. Passeggiare per le vie del borgo barbaricino permette di conoscere quali erano le caratteristiche tipiche delle abitazioni di un tempo, protagonista il granito e la trachite che venivano modellati dallo scalpellino "picapedrer" . Sempre nel centro storico sono ubicate le quattro chiese urbane, la parrocchiale dei Santi Gavino, Proto e Gianuario ( fine XVI- inizi XVII sec), la chiesa della Beata Vergine del Carmelo (costruita nel 1643), quella di San Giovanni Battista (prima metà del XVII sec), quella di S. Antioco (XVI sec); mentre nell'altopiano di Lidana la chiesa campestre di Nostra Signora d'Itria (attuale impianto 1904). Nel centro storico, su prenotazione si possono fare delle visite guidate di carattere storico, artistico, culturale ed enogastronomico, e si possono visitare anche i due musei, quello del Fiore Sardo e Casa Porcu Satta. Grande interesse rivestono le tradizioni: in passato Gavoi era rinomato per la produzione di speroni e morsi per cavalli, per la produzione di coltelli e la fabbricazione e commercializzazione dei tessuti di orbace ad opera dei venditori ambulanti "sos Zillonarzos", che si spostavano a cavallo in tutta la Sardegna. Secolare è la tradizione degli orafin e argentieri che vendevano i primi manufatti e gioielli tradizionali in tutta l'isola. Il fiore all'occhiello delle produzioni alimentari di gavoi è il formaggio Pecorino Fiore Sardo che si produce secondo antiche e particolari tecniche di lavorazione artigianale. A Gavoi si costruiscono e si suonano alcuni tra i più arcaici strumenti musicali presenti in Sardegna: su tumbarinu, su pipiolu e su triangulu, con essi si accompagnano i balli tradizionali del paese in particolare il giovedi grasso. Tantissimi gli eventi oraganizzati dal Comune e da varie associazioni del paese, alcuni conosciuti anche a livello internazionale, come il "Festival letterario" che ospita importanti personalità del mondo della cultura e registra migliaia di presenze ogni anno. Da qualche anno di rilevante importanza è il "Festival esperienze e suoni d'acqua" e il "Beerbagia festival". Di particolare importanza è anche il Carnevale, con "Sa Sortilla 'e Tumbarinos", la festa di San Gavino, Sant'Antioco, San Giovanni, della Beata Vergine del Carmelo e di Nostra Signora d'Itria, la Sagra "Ospitalità nel cuore della Brabgia" e il festival del cinema italiano – Premio Tumbarinu. L'ultima Domenica di Luglio si svolge "Su Palu de Sa Itria" che ha origini antichissime risalentia al 1388, anno in cui venne stipulato il trattato di pace fra Eleonora d'Arborea e Giovanni d'Aragona (al trattato si arrivò grazie all'opera mediatrice del gavoese Bernardu Lepore).
Foto, Credits: Gianfranco Lucchette